Regole

Regulae fundamentales

Le regole dell’Accademia

  1. L’uso della lingua latina deve essere quotidiano e costante.
  2. Non sono ammesse bevande alcoliche, sostanze stupefacenti di qualsiasi genere, sigarette.
  3. Non sono tollerate oscenità (né parole oscene nel linguaggio colloquiale, né in spettacoli o in scritti, né altro di questo genere).
  4. Si ascolta e si studia solo la musica classica.
  5. Ricordiamo ai giovani che abitano con noi che, per quanto riguarda l’abbigliamento o lo stile di vita, non devono assumere i comportamenti che sono propri di coloro che non vogliono fare qualcosa di utile, ma solo attirare l’attenzione su di sé. (Vedi sotto, Parte Seconda §1 e 9).
  6. Si devono osservare le norme igieniche (Vedi sotto, Parte Terza) e il regolamento della Biblioteca (Vedi Parte Quarta).
  7. Si devono rispettare gli orari dei pasti (prima colazione, pranzo, cena) e, ovviamente, quelli delle lezioni e dei lavori domestici.
  8. Di notte dopo le undici si deve mantenere il silenzio nell’atrio e nelle camere per non disturbare il sonno altrui. Le conversazioni, qualora ve ne fosse la necessità, dopo quell’ora avvengano in biblioteca o in qualche altro luogo separato dalle stanze.
  9. Consigliamo vivamente agli studenti di usare saggiamente il loro tempo così da dedicarlo soprattutto allo studio, senza disperdere energie in distrazioni inutili.

Queste norme devono essere rispettate non solo all’interno dell’Accademia, ma anche all’esterno. Sarebbe infatti incoerente, per fare un esempio, astenersi dal proferire parole scurrili tra le pareti domestiche e pronunciare invece ogni sorta di parole volgari quando ci si trova in giardino o in città.

Sarebbe incoerente anche astenersi dall’ascoltare le canzoni che ora sono di moda in Accademia, in città invece frequentare discoteche dove si ascolta quel genere di musica. Chi si comporta così dimostrerebbe di osservare le norme solo in apparenza, ma non sinceramente; né d’altra parte si può simulare a lungo, come dice Cicerone, “neque dignum est bonis et probis viris, virtutem omni nisu ac cupide appetentibus”. (“non è cosa degna di persone oneste che aspirano alla virtù e si sforzano di raggiungerla con tutte le forze.”)

Chiediamo cortesemente che queste poche e semplici norme siano osservate dai nostri studenti, in primo luogo perché ciò è giusto, per prevenire scorrettezze, ma anche perché in ogni momento della nostra vita non è lecito curarci solo di noi stessi, senza preoccuparci minimamente degli altri. Comprendiamo che con queste norme si richiede di rinunciare, non senza qualche difficoltà, ad abitudini a cui forse ci si era assuefatti da tempo e che non è facile abbandonare di colpo. Capita anche a noi, che ve lo chiediamo, di farne l’esperienza talvolta con qualche difficoltà, ma sappiamo anche che gli uomini onesti, capaci di autocontrollo e che non cedono agli impulsi emotivi, non si lasciano vincere da nessuna difficoltà.

Confidiamo dunque che tutti possano unirsi a noi, per crescere con successo nella massima concordia.

Normae vitae communis

§1. Regolamento

La nostra Accademia è innanzitutto il luogo in cui si trovano riuniti coloro che coltivano le lettere e condividono una concezione umanistica degli studi, a cui desiderano dedicare tempo ed energie, in assoluta libertà, non per il proprio personale vantaggio, ma per il bene di tutti. Il modello ideale a cui si ispira la nostra scuola, dove si vive e si studia insieme, è quello di una famiglia, le cui regole devono essere osservate nell’interesse comune. Qui si coltivano i valori fondamentali dell’humanitas: l’amicizia, la carità e il rispetto nei confronti di tutti. Chi si ispira a questi valori in primo luogo deve mirare alla verità, alla bontà e alla giustizia, senza mai aderire acriticamente al conformismo delle mode diffuse; il nostro scopo infatti deve essere sempre quello di migliorare noi stessi per migliorare la società in cui viviamo.

La nostra Accademia è innanzitutto il luogo in cui si trovano riuniti coloro che coltivano le lettere e condividono una concezione umanistica degli studi, a cui desiderano dedicare tempo ed energie, in assoluta libertà, non per il proprio personale vantaggio, ma per il bene di tutti. Il modello ideale a cui si ispira la nostra scuola, dove si vive e si studia insieme, è quello di una famiglia, le cui regole devono essere osservate nell’interesse comune. Qui si coltivano i valori fondamentali dell’humanitas: l’amicizia, la carità e il rispetto nei confronti di tutti. Chi si ispira a questi valori in primo luogo deve mirare alla verità, alla bontà e alla giustizia, senza mai aderire acriticamente al conformismo delle mode diffuse; il nostro scopo infatti deve essere sempre quello di migliorare noi stessi per migliorare la società in cui viviamo.

Questa Accademia offre dunque agli studenti l’occasione di condurre una vita diversa, di osservare gli usi e costumi dei nostri tempi con altri occhi e di valutarli con senso critico, per quanto è possibile, sottraendosi ad ogni conformismo. Il nostro motto può essere rappresentato da queste parole di Agostino: “Noi siamo i tempi: quali noi siamo, tali sono i tempi” (Sermo 80,8)

§2. Le lezioni

  • Gli studenti devono frequentare le lezioni secondo l’orario stabilito.
  • Le lezioni dei corsi di primo livello si tengono di pomeriggio dal Lunedì al Sabato, tutte le settimane, eccettuate le festività riportate dal nostro calendario.
  • I corsi sono quelli previsti dal nostro programma, a cui si possono aggiungere delle lezioni per consolidare la conoscenza della lingua, nel caso ve ne fosse la necessità.
  • Se durante le lezioni qualche spiegazione risultasse poco chiara o difficile, gli allievi devono rivolgersi ai professori, che risponderanno alle loro richieste e li aiuteranno a superare le difficoltà. Anche gli studenti che possiedono un livello di conoscenze più avanzato potranno venire in aiuto, organizzando degli incontri di studio su qualsiasi argomento
  • Non è consentito agli studenti trascurare alcune lezioni o, di propria iniziativa, modificare il programma stabilito, ma devono sforzarsi di portare a termine nel miglior modo possibile i loro compiti e di rispondere adeguatamente alle richieste didattiche.
  • Agli studenti sarà concesso di assentarsi solo in caso di gravi motivi di famiglia.

§3. I doveri degli studenti dell’Accademia

Il primo dovere degli allievi è di studiare e di eseguire i compiti assegnati. La mattina il tempo libero dalle lezioni deve essere dedicato allo studio e ai compiti assegnati dai professori. In tempi prestabiliti si terranno degli esami per controllare i progressi di ciascuno.. Tutto questo deve essere compiuto dagli allievi che vogliano trarre profitto dai loro studi, nei tempi e nei modi previsti.

§4. Le esercitazioni

I seminari su diversi argomenti, i cori e la musica, la messa in scena di testi teatrali, i dibattiti presso di noi non sono attività finalizzate al puro e semplice divertimento, ma devono essere considerati degli strumenti utilissimi per consolidare la conoscenza e l’uso delle lingue. Non è consentito perciò sottrarsi a tale genere di esercitazioni. Gli studenti devono pertanto prender parte ad alcune di queste attività, ciascuno secondo le proprie competenze e le proprie inclinazioni.

§5. I pasti

In tutte le società è di fondamentale importanza il tempo che gli uomini trascorrono insieme parlando e discutendo di vari argomenti. Nella nostra Accademia, oltre al tempo dedicato ai corsi, si può godere della reciproca compagnia quattro volte al giorno: durante la prima colazione, il pranzo, la merenda e la cena. In questi momenti bisogna trovarsi nella sala da pranzo per tempo, in modo che nessuno si trovi a tavola da solo, come in un bar o in un albergo, e da lì se ne ritorni da solo in camera sua.

§6. I lavori domestici

Poiché tutti i compagni godono degli stessi vantaggi, bisogna anche che condividano ugualmente compiti e doveri. I mestieri di casa, per quanto umili ed estranei agli studi letterari, sono assolutamente indispensabili per mantenere l’ordine e la pulizia dell’ambiente domestico. Gli studenti devono dedicare mezz’ora o un’ora, a seconda delle esigenze, a riordinare la casa, a lavare i vestiti, a riordinare i libri in biblioteca e in attività consimili. Per questi compiti saranno organizzati dei gruppi e stabiliti dei turni, che saranno affissi nella bacheca. Inoltre, come è giusto per chi coltiva l’Humanitas, bisogna che non si pensi tanto ai propri interessi quanto più spesso al bene di tutta la comunità. Perciò bisogna che tutto quello che si può fare, senza eccessivo disturbo, per tenere in ordine, sia fatto spontaneamente più che per l’imposizione di una norma.

§7. L’uso del computer

L’uso del computer e di simili strumenti tecnici nelle aule scolastiche è vietato. Per quanto possa essere vantaggioso avere in un piccolissimo oggetto una quantità di vocabolari, grammatiche e testi di autori, e poterli aprire e consultare solo premendo un tasto, durante le lezioni bisogna innanzi tutto ascoltare i professori e concentrarsi sugli argomenti trattati, cosa che diventa davvero difficile quando abbiamo a disposizione tante cose che attirano la nostra attenzione e ci distraggono. ( Se è vero ciò che afferma Seneca: “Un gran numero di libri distrae”, quanto più lo si può dire delle infinite possibilità che la tecnica sembra offrirci!).

Al di fuori delle ore di lezione consigliamo caldamente ai nostri allievi di fare un uso moderato di tali apparecchi. L’uso del computer è utilissimo per fare delle ricerche o per comunicare con i genitori o gli amici; meno conveniente è usarlo ogni giorno per guardare film o ascoltare canzoni in qualsiasi momento.

Naturalmente è proibito l’accesso a siti Internet che propongono spettacoli pornografici. Parimenti è vietato scaricare illegalmente libri, film, canzoni e salvarli nel computer. Bisogna sempre evitare di impiegare la maggior parte del tempo in cose futili e bisogna guardarsi dal diventare tanto dipendenti dai nostri apparecchi tecnici da esserne schiavi più che utenti. Per impadronirci della lingua e della letteratura, per coltivare la vera Humanitas è molto più proficuo il dialogo con coloro che ci circondano e che studiano con noi, piuttosto che l’attaccamento ad uno strumento freddo e inanimato.

§8. L’uso del telefono

Dal momento che il servizio telefonico in Italia è molto costoso, non sarà consentito l’uso del telefono dell’Accademia per colloqui privati, a meno che non si tratti di questioni urgenti e impreviste. Consigliamo inoltre che per comunicare con le famiglie gli allievi usino dei programmi scaricabili gratuitamente (per es. Messenger, Skype). Tuttavia riteniamo che non si debba abusare di questi strumenti che, se utilizzati senza misura, possono nuocere più che giovare. Bisogna che chi vuole sperimentare veramente un modo di vivere nuovo e dedicarsi completamente agli studi, si allontani in una certa misura dalle abitudini fino ad ora praticate quotidianamente, perché non continui a fare le stesse cose e a frequentare le stesse persone, stando solo in un altro paese diverso dal proprio.

§9. La reputazione dell’Accademia

La nostra Accademia deve molto ai sostenitori, che con le loro donazioni aiutano la nostra impresa. I comportamenti che si tengono entro e fuori dalle mura dell’Accademia sono un’importante dimostrazione di quello che è il nostro Istituto. Perciò bisogna, sempre e dovunque, conservare il senso della misura e l’autocontrollo e durante le gite si devono osservare la stesse regole che vigono nell’Accademia. Dato che l’aspetto di ciascuno influisce non poco sulla reputazione dell’Accademia, non dobbiamo mostrarci agli ospiti né trasandati, né con la barba troppo lunga o con la capigliatura incolta ; cose che moltissimi giovani fanno per ostentazione, cercando con cura di apparire trascurati. Come disse ottimamente Seneca: “Facciamo in modo di seguire una regola di vita migliore di quella della gente, non l’opposto." Inoltre bisogna sempre tenere conto degli altri, infatti, come affermò prima Platone, poi Cicerone “non siamo nati solo per noi”, ma per contribuire al progresso della società.

§10. Le sanzioni

Sarà pregato di lasciare questa sede colui che, all’insaputa dei responsabili dell’Accademia, decida di non frequentare le lezioni; che trascuri i compiti scolastici o domestici o li svolga con negligenza e trascuratezza; che non faccia alcun progresso nell’apprendimento delle lingue e degli argomenti di studio; infine colui che, dopo essere stato ammonito, infranga in qualche modo queste regole una o più volte. Infatti le nostre norme non sono fatte per obbligare dei carcerati, ma per regolare i rapporti tra persone libere; perciò chi non ritenga adatto a sé il nostro sistema di vita, è libero di non entrare in questo Istituto o di andarsene.